Contributi a fondo perduto, cartelle di pagamento, CIG e licenziamenti: le novità del decreto Sostegni

Dai nuovi contributi a fondo perduto, con l’ammissione tra i beneficiari anche dei
professionisti, allo stralcio delle cartelle fino a 5.000 euro. Dalle proroghe fiscali alla nuova
sospensione dell’attività di riscossione fino al 30 aprile. Dalla conferma della cassa
integrazione Covid-19 e del divieto di licenziamento alla proroga della possibilità di
rinnovo dei contratti a termine senza causale fino al 31 dicembre 2021. Ed ancora: nuovi
bonus per i lavoratori stagionali e i lavoratori sportivi, conferma per tre ulteriori mensilità
del reddito di emergenza, requisiti meno stringenti per la NASpI. Sono queste alcune delle
misure previste dal decreto Sostegni pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Ė stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 marzo 2021 il decreto Sostegni (D.L. n.
41/2021), in vigore dal 23 marzo 2021, che introduce misure urgenti in materia di sostegno
alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse
all’emergenza da Covid-19.
Il provvedimento si compone di 43 articoli ed è suddiviso in 5 Titoli:

  • Titolo I – Sostegno alle imprese e all’economia;
  • Titolo II – Disposizioni in materia di lavoro;
  • Titolo III – Misure in materia di sicurezza e salute;
  • Titolo IV – Enti Territoriali;
  • Titolo V – Altre disposizioni urgenti.
    Nuovo contributo a fondo perduto
    L’art. 1 (commi da 1 a 9) prevede un nuovo contributo a fondo perduto a favore degli operatori
    economici colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19.
    In particolare, il contributo è riconosciuto ai soggetti titolari di partita Iva, residenti o
    stabiliti nel territorio nazionale, che svolgono attività d’impresa, arte o professione o
    producono reddito agrario.
    Il contributo spetta esclusivamente ai soggetti con compensi e ricavi relativi al periodo
    d’imposta 2019 non superiori a 10 milioni di euro a condizione che l’ammontare medio
    mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 sia inferiore almeno del 30% rispetto
    all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019.
    Al fine di determinare correttamente i predetti importi, si deve fare riferimento alla data di
    effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi. Per il calcolo della
    media mensile, i soggetti che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019 devono
    considerare i mesi successivi a quello di attivazione della stessa.
    Il requisito relativo al calo del fatturato non è richiesto per i soggetti che hanno attivato la
    partita IVA dal 1° gennaio 2019.
    Esclusi:
  • i soggetti la cui attività risulti cessata al 23 marzo 2021 (data di entrata in vigore del decreto);
  • i soggetti che hanno attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto;
  • gli enti pubblici di cui all’art. 74 del TUIR;
  • gli intermediari finanziari e società di partecipazione di cui all’art. 162-bis del TUIR.
    L’ammontare del contributo a fondo perduto è determinato in misura pari all’importo ottenuto
    applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei
    corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi
    dell’anno 2019 come segue:
  • 60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100.000 euro;
  • 50% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 100.000 euro e fino a 400.000 euro;
  • 40% per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di
    euro;
  • 30% per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di
    euro;
  • 20% per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di
    euro.
    Il contributo è riconosciuto per un importo minimo di:
  • 1.000 euro per le persone fisiche;
  • 2.000 euro per i soggetti diversi.
    In ogni caso, l’importo massimo spettante non supererà i 150.000 euro.
    A scelta irrevocabile, il contributo potrà essere erogato tramite bonifico bancario
    direttamente sul conto corrente intestato al beneficiario o come credito d’imposta, da
    utilizzare esclusivamente in compensazione tramite modello F24.
    Al fine di ottenere il contributo a fondo perduto, dovrà essere presentata, esclusivamente in via
    telematica, un’istanza all’Agenzia delle Entrate con l’indicazione della sussistenza dei
    requisiti richiesti. La domanda dovrà essere trasmessa, anche per il tramite degli intermediari
    abilitati, entro 60 giorni dalla data di avvio della procedura telematica per la presentazione
    della stessa.
    Le modalità di effettuazione della richiesta, il suo contenuto e i termini di presentazione della
    stessa saranno definiti con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate.
    Con riferimento alle modalità di erogazione del contributo, al regime sanzionatorio e alle
    attività di controllo si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’art. 25, commi da
    9 a 14 del decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020).
    Il contributo spetta nei limiti del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato.
    Leggi anche Decreto Sostegni: indennizzi con possibilità di scelta tra erogazione diretta o
    credito d’imposta
    Registri Iva precompilati
    Il comma 10 interviene sul comma 1 dell’art. 4 del D.Lgs. n. 127/2015, modificato, da ultimo,
    dall’art. 1, comma 1106, della legge di Bilancio 2021 (legge n. 178/2020), rinviando alle
    operazioni IVA effettuate dal 1° luglio 2021 il termine a partire dal quale saranno messi a
    disposizione dei contribuenti i registri Iva precompilati e le liquidazioni periodiche Iva
    precompilate.
    Le bozze della dichiarazione annuale Iva, oltre alle bozze dei registri IVA e delle comunicazioni
    delle liquidazioni periodiche IVA, saranno messe a disposizione dall’Agenzia delle entrate a
    partire dalle operazioni Iva effettuate dal 1° gennaio 2022.
    Contributo per le attività con sede in centri commerciali e in favore delle
    “Città Santuario”
    Il comma 11, sempre dell’art. 1:
  • dispone l’abrogazione del contributo a fondo perduto di cui all’art. 1, commi 14-bis e 14-
    ter, del decreto Ristori (D.L. n. 137/2020), in favore degli operatori con sede nei centri
    commerciali e degli operatori delle produzioni industriali del comparto alimentare e delle
    bevande;
  • limita il contributo a fondo perduto in favore delle “Città Santuario” di cui all’art. 59,
    comma 1, lettera a), del decreto Agosto (D.L. n. 104/2020), ai comuni con popolazione
    superiore a 10.000 abitanti.
    Aiuti di Stato
    Con i commi da 13 a 17 si consente di fruire di alcune misure di aiuto autorizzate dalla
    Commissione europea, o per le quali è necessaria l’autorizzazione della Commissione europea,
    anche sulla base della Sezione 3.12 (“Aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti”)
    del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato qualora ne ricorrano i presupposti, quando i
    massimali previsti dalla Sezione 3.1 (“Aiuti di importo limitato”) non sono sufficienti e
    pregiudicherebbero pertanto l’effettivo diritto alla fruizione degli aiuti ammissibili sulla base
    della normativa nazionale.
    In particolare, la predetta possibilità di scegliere se applicare la Sezione 3.1 o la Sezione 3.12 è
    prevista per:
  • l’art. 24 del decreto Rilancio (D.L. 34/2020) – Cancellazione del versamento del saldo Irap
    2019 e della prima rata dell’acconto 2020;
  • l’art. 25 del decreto Rilancio, gli artt. 1, 1-bis, 1-ter del decreto Ristori (D.L. 137/2020), l’art. 2 del
    decreto Natale (D.L. 172/2020) e i commi da 1 a 9 dell’art. 1 dello stesso decreto Sostegni –
    Contributi a fondo perduto;
  • l’art. 28 del decreto Rilancio, gli artt. 8 e 8-bis del decreto Ristori e l’articolo 2-bis del decreto
    Natale – Credito d’imposta per i canoni di locazione di immobili a uso non abitativo e
    affitto d’azienda;
  • l’art. 120 del decreto Rilancio – Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di
    lavoro;
  • l’art. 129-bis del decreto Rilancio – Disposizioni in materia di imposte dirette e di accise nel
    Comune di Campione d’Italia;
  • l’art. 177 del decreto Rilancio, i commi 1 e 3 dell’art. 78 del decreto Agosto (D.L. 104/2020), gli
    artt. 9, 9-bis, 9-ter, comma 1 del decreto Ristori, l’art. 1, commi da 599 a 602 della legge di
    Bilancio 2021 (legge 178/2020) – Esenzioni dall’IMU.
    È demandato ad un decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze il compito di definire le
    modalità attuative.
    Al comma 17 viene precisato che ai fini della disposizione si applica la definizione di impresa
    unica contenuta nella disciplina europea sugli aiuti di Stato “de minimis”.
    Fondo per il turismo invernale
    L’art. 2 istituisce un fondo, con una dotazione di 700 milioni di euro per l’anno 2021,
    destinato alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano per la concessione di
    contributi in favore dei soggetti esercenti attività di impresa di vendita di beni o servizi al
    pubblico, svolte nei Comuni a vocazione montana appartenenti a comprensori sciistici.
    Fondo autonomi e professionisti
    Con l’art. 3 viene aumentato da 1 a 2,5 miliardi lo stanziamento del Fondo per l’esonero dai
    contributi previdenziali per autonomi e professionisti di cui all’art. 1 della legge di Bilancio 2021
    (legge n. 178/2020).
    Viene altresì specificato che il beneficio è concesso ai sensi della sezione 3.1 del Quadro
    temporaneo per gli aiuti di Stato e che la sua efficacia è subordinata all’autorizzazione della
    Commissione europea.
    Sospensione delle attività dell’agente dalla riscossione
    L’art. 4, comma 1, lettera a), slitta dal 28 febbraio 2021 al 30 aprile 2021 il periodo sospensione
    del versamento delle somme derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi
    di accertamento affidati all’Agente della riscossione.
    Con il comma 4 viene invece stabilito che le comunicazioni di inesigibilità relative alle quote
    affidate agli agenti della riscossione nell’anno 2018, nell’anno 2019, nell’anno 2020 e nell’anno
    2021 sono presentate, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2023, entro il 31 dicembre 2024,
    entro il 31 dicembre 2025 e entro il 31 dicembre 2026.
    Leggi anche Il decreto Sostegni proroga le attività di riscossione fino al 30 aprile 2021
    Rottamazione ter e saldo e stralcio
    La lettera b) del comma 1 dell’art. 4, prevede che le rate della rottamazione ter e del saldo e
    stralcio scadenti nell’anno 2020 possono essere versate integralmente entro il 31 luglio
    2021, mentre le rate in scadenza il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio e il 31 luglio 2021
    possono essere versate entro il 30 novembre 2021 (sono riconosciuti 5 giorni di tolleranza).
    Proroga termini di riscossione e decadenza
    Viene altresì disposto (articolo 4, comma 1, lettera b) che con riferimento ai carichi, relativi alle
    entrate tributarie e non tributarie, affidati all’agente della riscossione dall’8 marzo 2020 al
    30 aprile 2021 e, successivamente, fino alla data del 31 dicembre 2021, nonché, anche se affidati
    dopo lo stesso 31 dicembre 2021, a quelli relativi alle dichiarazioni presentate nell’anno 2018,
    per le somme che risultano dovute a seguito dell’attività di liquidazione (art. 36-bis del D.P.R. n.
    600/1973 e art. 54-bis del D.P.R. n. 633/1972), alle dichiarazioni dei sostituti d’imposta presentate
    nell’anno 2017 per le somme che risultano dovute a seguito della liquidazione definitiva
    dell’indennità di fine rapporto e delle prestazioni pensionistiche (articoli 19 e 20 TUIR), alle
    dichiarazioni delle imposte sui redditi presentate nell’anno 2017, per le somme che risultano
    dovute a seguito dell’attività di controllo formale (art. 36-ter del D.P.R. n. 600/1973), sono
    prorogati:
  • di 12 mesi il termine di notifica della cartella ai fini del riconoscimento del diritto al discarico
    delle somme iscritte a ruolo (ex art. 19, comma 2, lettera a, D.lgs. n. 112/1999)
  • di 24 mesi (anche in deroga alle disposizioni dell’articolo 3, comma 3, della legge n. 212/2000,
    e a ogni altra disposizione di legge vigente) i termini di decadenza e prescrizione relativi alle
    predette entrate.
    Pignoramenti su stipendi e pensioni
    Con il comma 2 dell’articolo 4 si differisce dal 28 febbraio 2021 al 30 aprile 2021 il termine finale
    della sospensione (disciplinata dall’articolo 152, comma 1, del decreto Rilancio) degli obblighi di
    accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati su stipendi, salari, altre
    indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti
    assimilati.
    Annullamento dei carichi
    Il comma 4 sempre dell’art. 4 prevede la cancellazione automatica dei debiti di importo
    residuo fino a 5.000 euro (comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e
    sanzioni) risultanti da singoli carichi affidati agli adenti della riscossione dal 2000 al 2010
    (anche se ricompresi nelle varie forme di rottamazione):
  • alle persone fisiche che hanno percepito, nell’anno d’imposta 2019, un reddito imponibile
    fino a 30.000 euro;
  • ai soggetti diversi dalle persone fisiche che hanno percepito, nel periodo d’imposta in corso
    alla data del 31 dicembre 2019, un reddito imponibile fino a 30.000 euro.
    Leggi anche Stralcio delle cartelle a perimetro ristretto
    Definizione agevolata degli avvisi bonari
    L’art. 5 prevede la possibilità di definire in via agevolata le somme dovute a seguito del
    controllo automatizzato delle dichiarazioni relative ai periodi di imposta 2017 e 2018. La
    misura interessa i soggetti con partita IVA attiva al 23 marzo 2021 (data di entrata in vigore del
    decreto) che hanno subito una riduzione maggiore del 30% del volume d’affari dell’anno 2020
    rispetto al volume d’affari dell’anno precedente, e consiste nell’abbattimento delle sanzioni
    e delle somme aggiuntive richieste con le comunicazioni di irregolarità previste dagli articoli
    36-bis del D.P.R. n. 600/1973, e 54-bis del D.P.R. n. 633/1972.
    Allerta IVA del Fisco
    Il comma 14 sempre dell’art. 5 differisce di un anno la decorrenza dell’obbligo di
    segnalazione previsto a carico dall’Agenzia delle Entrate dall’art. 15, comma 7, del Codice
    della crisi d’impresa (D.lgs. n. 14/2019).
    Per effetto dalla modifica, l’obbligo di segnalazione del creditore fiscale decorrerà dalle
    comunicazioni della liquidazione periodica IVA relative al primo trimestre del secondo anno
    d’imposta successivo all’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa (fissata al prossimo 1°
    settembre 2021), anziché dall’anno d’imposta successivo.
    Leggi anche Procedure di allerta: rinviato al 2023 l’obbligo di segnalazione del debito IVA
    scaduto e non versato
    Imposta sui servizi digitali
    Il successivo comma 15, modificando l’art. 1, comma 42, della legge n. 145/2018, proroga, al 16
    maggio di ciascun anno, del versamento dell’imposta sui servizi digitali, e, al 30 giugno di
    ciascun anno, della presentazione della dichiarazione.
    Conservazione fatture elettroniche
    Il comma 16 prevede invece che le fatture elettroniche 2019 possono essere portate in
    conservazione entro il 10 giugno 2021.
    Proroghe adempimenti fiscali
    Con il comma 19 slitta al 31 marzo 2021 il termine per l’invio da parte dei sostituti delle
    certificazioni uniche, mentre il comma 20 differisce al 31 marzo 2021 il termine entro cui i
    sostituti d’imposta devono consegnare le certificazioni uniche agli interessati.
    Il comma 21 proroga dal 16 marzo al 31 marzo 2021 la trasmissione telematica all’Agenzia delle
    Entrate, da parte dei soggetti terzi, dei dati relativi a oneri e spese sostenuti dai
    contribuenti delle spese sanitarie rimborsate nonché degli altri dati riguardanti deduzioni o
    detrazioni.
    Il comma 22, infine, sposta al 10 maggio 2021 il termine entro cui l’Agenzia delle entrate mette a
    disposizione dei contribuenti la dichiarazione dei redditi precompilata.
    Riduzione Canone Rai
    L’art. 6, comma 5, prevede la riduzione, per l’anno 2021, del 30% del canone di abbonamento
    per le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o
    aperti al pubblico. Per coloro che hanno già effettuato il pagamento è riconosciuto un credito
    d’imposta pari al 30% prima del 23 marzo 2021 del canone versato.
    Proroga CIG
    L’art. 8 proroga la cassa integrazione Covid-19. In particolare, viene prevista la possibilità, per i
    datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili
    all’emergenza epidemiologica, di richiedere:
  • fino a 13 settimane di cassa integrazione ordinaria con causale “emergenza COVID-19”,
    da utilizzare nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 30 giugno 2021;
  • fino a 28 settimane di assegno ordinario e CIG in deroga, da utilizzare nel periodo
    compreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021.
    Per i trattamenti concessi non è dovuto alcun contributo addizionale.
    Prorogata anche la CISOA per i lavoratori agricoli, per una durata massima di 120 giorni da
    fruire tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021 (comma 8).
    Leggi anche CIG ordinaria e in deroga, assegno ordinario e CISOA: cosa cambia con il decreto
    Sostegni
    Blocco licenziamenti
    Al comma 9 viene confermato il blocco generalizzato dei licenziamenti individuali e
    collettivi:
  • fino al 30 giugno 2021, per i lavoratori delle aziende che dispongono di CIG ordinaria e CIG
    straordinaria;
  • fino al 31 ottobre 2021, per i lavoratori delle aziende coperte da strumenti in deroga.
    Il divieto di licenziamento non si applica:
  • nelle ipotesi di licenziamenti motivati dalla cessazione definitiva dell’attività
    dell’impresa;
  • dalla cessazione definitiva dell’attività dell’impresa conseguente alla messa in liquidazione
    della società senza continuazione, anche parziale, dell’attività;
  • nei casi in cui nel corso della liquidazione non si configuri la cessione di un complesso di beni
    o attività che possano configurare un trasferimento d’azienda o di un ramo di essa ai sensi
    dell’articolo 2112 del codice civile;
  • nelle ipotesi di accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni sindacali
    comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di incentivo alla risoluzione del
    rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono al predetto accordo.
    A detti lavoratori è comunque riconosciuto il trattamento di cui all’art. 1 del D.lgs. n. 22/2015.
    Sono altresì esclusi dal divieto i licenziamenti intimati in caso di fallimento, quando non sia
    previsto l’esercizio provvisorio dell’impresa o ne sia disposta la cessazione. Nel caso in cui
    l’esercizio provvisorio sia disposto per uno specifico ramo dell’azienda, sono esclusi dal divieto
    i licenziamenti riguardanti i settori non compresi nello stesso.
    Leggi anche Cassa integrazione, licenziamenti, contratto a termine e bonus: le novità lavoro
    del decreto Sostegni
    Indennità per lavoratori atipici, spettacolo, stagionali
    All’art. 10 viene riconosciuta un’indennità di 2.400 euro per le seguenti categorie di lavoratori:
  • ai lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e agli incaricati
    alle vendite, già beneficiari delle indennità di cui agli articoli 15 e 15 bis del decreto
    Ristori (D.L. n. 137/2020);
  • ai lavoratori dipendenti stagionali del settore del turismo e degli stabilimenti termali che
    hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio
    2019 e il 23 marzo 2021 (data di entrata in vigore del decreto in esame), che abbiano svolto la
    prestazione lavorativa per almeno 30 giornate nel medesimo periodo, non titolari di
    pensione né di rapporto di lavoro dipendente né di NASpI al 23 marzo 2021;
  • ai lavoratori in somministrazione, impiegati presso imprese utilizzatrici operanti nel
    settore del turismo e degli stabilimenti termali, che abbiano cessato involontariamente il
    rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 marzo 2021 e che abbiano
    svolto la prestazione lavorativa per almeno 30 giornate nel medesimo periodo, non titolari di
    pensione né di rapporto di lavoro dipendente né di NASpI al 23 marzo 2021;
  • ai lavoratori stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli
    stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo
    compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 marzo 2021 e che abbiano svolto la prestazione lavorativa
    per almeno 30 giornate nel medesimo periodo;
  • ai lavoratori intermittenti che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno 30
    giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 marzo 2021;
  • ai lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali
    obbligatorie, che nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 marzo 2021 siano stati
    titolari di contratti autonomi occasionali riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo 2222 del
    codice civile e che non abbiano un contratto in essere al 23 marzo 2021. Gli stessi, per tali
    contratti, devono essere già iscritti alla data del 17 marzo 2020 alla Gestione separata, con
    accredito nello stesso arco temporale di almeno un contributo mensile
  • agli incaricati alle vendite a domicilio con reddito annuo 2019 derivante dalle medesime
    attività superiore a 5.000 euro e titolari di partita IVA attiva e iscritti alla Gestione Separata al
    23 marzo 2021 e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
  • ai lavoratori dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri versati dal 1° gennaio
    2019 al 23 marzo 2021 al medesimo Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, con un reddito
    riferito all’anno 2019 non superiore a 75.000 euro, e non titolari di pensione né di contratto di
    lavoro subordinato a tempo indeterminato, diverso;
  • ai lavoratori a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali in
    possesso cumulativamente dei requisiti di seguito elencati:
    a) titolarità nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 il 23 marzo 2021 di uno o più contratti di
    lavoro a tempo determinato nel settore del turismo e degli stabilimenti termali, di durata
    complessiva pari ad almeno 30 giornate;
    b) titolarità nell’anno 2018 di uno o più contratti di lavoro a tempo determinato o stagionale nel
    settore del turismo e degli stabilimenti termali di durata complessiva pari ad almeno 30
    giornate;
    c) assenza di titolarità, al 23 marzo 2021, di pensione e di rapporto di lavoro
    dipendente.
    Reddito di cittadinanza
    Con l’art. 11 si modifica la disciplina del reddito di cittadinanza, consentendo per il solo anno
    2021 a tutti coloro che ne fruiscono di lavorare senza perdere il diritto all’assegno. In
    particolare, viene previsto che, per il 2021, qualora la stipula di uno o più contratti di lavoro
    subordinato a termine comporti un aumento del valore del reddito familiare fino al limite
    massimo di 10.000 euro annui, il beneficio economico è sospeso per la durata dell’attività
    lavorativa che ha prodotto l’aumento del valore del reddito familiare fino a un massimo di 6
    mesi.
    Nuova indennità per i lavoratori sportivi
    I commi da 10 a 14, sempre dell’art. 10 prevedono, invece, l’erogazione da parte della società
    Sport e Salute S.p.A.), di un’indennità, nel limite massimo di 350 milioni di euro per l’anno 2021,
    in favore dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso il Coni, il Comitato
    Italiano Paralimpico, le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate,
    gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni e dal Cip, le società e associazioni sportive
    dilettantistiche, i quali, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, hanno
    cessato, ridotto o sospeso la loro attività.
    Ai fini dell’erogazione delle indennità, si considerano cessati a causa dell’emergenza
    epidemiologica anche tutti i rapporti di collaborazione scaduti entro la data del 30 dicembre
    2020 e non rinnovati.
    L’indennità sarà pari a:
  • 1.200 euro, per i soggetti che, nell’anno di imposta 2019, hanno percepito compensi relativi ad
    attività sportiva in misura inferiore ad euro 4.000 annui;
  • 2.400 euro, per i soggetti che, nell’anno di imposta 2019, hanno percepito compensi relativi
    ad attività sportiva in misura compresa tra 4.000 e 10.000 euro annui;
  • 3.600 euro, per i soggetti che, nell’anno di imposta 2019, hanno percepito compensi relativi
    ad attività sportiva in misura superiore ai 10.000 euro annui.
    Reddito di emergenza
    L’art. 12 riconosce l’erogazione di 3 mensilità – da marzo a maggio 2021 – del reddito di
    emergenza (REM) ai nuclei familiari in condizioni di necessità economica in conseguenza
    dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
    Lavoratori fragili
    L’art. 15 estende fino al 30 giugno 2021 le tutele disposte a favore dei lavoratori fragili
    dall’articolo 26 del decreto Cura Italia (D.L. 18/2020).
    In particolare, viene prorogata fino al 30 giugno 2021 la possibilità per i dipendenti
    (pubblici o privati) con immunodeficienze e disabilità certificate di svolgere le loro attività in
    modalità di lavoro agile.
    Nel caso in cui detti lavoratori fragili non possano svolgere il lavoro in smart working o non
    usufruiscano della cassa integrazione guadagni, viene confermata fino al 30 giugno 2021
    l’equiparazione delle assenze dal lavoro al ricovero ospedaliero.
    Viene inoltre stabilito che i periodi di assenza dal servizio non sono computabili ai fini del
    periodo di comporto e, per i lavoratori in possesso del predetto riconoscimento di disabilità,
    non rilevano ai fini dell’erogazione delle somme corrisposte dall’INPS, a titolo di indennità di
    accompagnamento.
    Adeguamenti statutari ETS
    L’art. 14, comma 2, interviene di nuovo sull’art. 101 comma 2, del Codice del Terzo settore (di cui
    al D.lgs. n. 117/2017), prorogando dal 31 marzo 2021 al 31 maggio 2021 il termine entro cui
    ONLUS, ODV e APS costituite prima del 3 agosto 2017 possono effettuare gli adeguamenti
    statutari con procedura semplificata (cioè con le maggioranze previste per l’assemblea
    ordinaria).
    Novità per Naspi
    All’art. 16 viene previsto che a decorrere dal 23 marzo 2021 e fino al 31 dicembre 2021 l’indennità
    Naspi è concessa a prescindere dalla sussistenza del requisito delle 30 giornate di lavoro
    effettivo nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.
    Contratti a termine
    L’art. 17 dispone la proroga, dal 31 marzo 2021 al 31 dicembre 2021, della possibilità per i
    datori di lavoro di rinnovare o prorogare per un periodo massimo di 12 mesi (ferma
    restando la durata massima complessiva di 24 mesi) e per una volta sola, i contratti di lavoro
    subordinato a termine, anche in assenza delle causali di cui all’art. 19, comma 1 del D.Lgs. n.
    81/2015.
    Esonero contributivo per le filiere agricole
    L’art. 19 riconosce alle aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura,
    comprese le aziende produttrici di vino e birra, l’esonero dal versamento dei contributi
    previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, per la
    quota a carico dei datori di lavoro per la mensilità relativa a gennaio 2021.
    Fondo per il sostegno delle attività economiche particolarmente colpite
    dall’emergenza
    Con l’art. 26 viene istituito un Fondo da 200 milioni di euro, da ripartire tra le Regioni e le
    Province autonome di Trento e Bolzano, da destinare al sostegno delle categorie economiche
    particolarmente colpite dall’emergenza da COVID-19, comprese le imprese esercenti attività
    commerciale o di ristorazione operanti nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei
    matrimoni e degli eventi privati.
    Esonero versamento canone unico
    L’art. 30 proroga dal 31 marzo al 30 giugno 2021 l’esenzione dal versamento del canone unico di
    cui ai commi 816 e seguenti della legge n. 160/2019.
    Il beneficio fiscale riguarda le occupazioni effettuate dalle imprese di pubblico esercizio di cui
    all’articolo 5 della legge n. 287/1991 e le occupazioni temporanee che vengono realizzate per
    l’esercizio dell’attività mercatale.
    Vengono inoltre confermate fino al 31 dicembre 2021 le modalità semplificate di presentazione
    delle domande di concessioni per l’occupazione del suolo pubblico e di misure di
    distanziamento di posa in opera temporanea di strutture amovibili.
    Riforma dello sport
    Con i commi da 7 a 11, sempre dell’articolo 30, viene slittata al 1° gennaio 2022 l’entrata in
    vigore dei decreti delegati contenenti la riforma dello sport (Decreti legislativi 36/2021, 37/2021,
    38/2021, 39/2021 e 40/2021), pubblicati nelle Gazzette Ufficiali n. 67 del 18 marzo 2021 e 68 del 19
    marzo 2021.
    Confermata invece al 1° luglio 2022 l’entrata in vigore della riforma del lavoro sportivo.
    Sostegno alle grandi imprese
    All’art. 37 viene prevista l’istituzione di un Fondo di 200 milioni, attraverso cui saranno concessi
    finanziamenti della durata di 5 anni, a favore delle grandi imprese che si trovano in
    situazione di temporanea difficoltà finanziaria in relazione alla crisi economica connessa con
    l’emergenza epidemiologica da Covid.
    Ammesse anche le imprese in amministrazione straordinaria.
    Leggi anche Grandi imprese in crisi: arriva un fondo da 200 milioni di euro
    Ristoro per annullamento di fiere e congressi
    Con l’art. 38, commi da 3 a 5, si istituisce un fondo con una dotazione pari a 100 milioni di
    euro per l’anno 2021 destinato al ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento, dal rinvio
    o dal ridimensionamento, in seguito all’emergenza epidemiologica da Covid-19, di fiere e
    congressi.
    Sarà un decreto del Ministro del turismo a definire la ripartizione degli importi e la concreta
    attuazione delle misure di ristoro.
    Contributo a fondo perduto per riduzione canoni di locazione
    Con i commi 7 e 8 dell’art. 42 viene riordinata la disciplina del contributo a fondo perduto per la
    riduzione dei canoni di locazione, previsto sia dall’articolo 9-quater del decreto Ristori (DL
    137/2020), per in contratti in essere al 29 ottobre 2020, sia dall’articolo 1, commi da 381 a 384
    della Legge di bilancio 2021 (Legge 178/2020), senza limitazioni riguardo alla data del contratto.
    Il comma 8, in particolare, abroga i commi della legge di Bilancio 2021, aumentando di ulteriori
    50 milioni di euro la dotazione del Fondo per la sostenibilità del pagamento degli affitti di
    unità immobiliari residenziali previsto dal decreto Ristori (che passa così a 100 milioni di euro).
    A seguito della modifica, quindi, rimane in vigore la disciplina dettata dall’articolo 9-quater del
    decreto Ristori, ai sensi del quale per l’anno 2021, al locatore di immobile a uso abitativo che
    riduce il canone del contratto di locazione in essere al 29 ottobre 2020, per immobili siti nei
    Comuni ad alta tensione abitativa e adibiti dal locatario ad abitazione principale, spetta un
    contributo a fondo perduto pari al 50% della riduzione del canone e per un massimo di 1.200
    euro annui.
    Ai fini del riconoscimento del contributo, il locatore dovrà comunicare, in via telematica,
    all’Agenzia delle Entrate la rinegoziazione del canone di locazione e ogni altra
    informazione utile ai fini dell’erogazione.
    Copyright © – Riproduzione riservata
    Sarà un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate a definire le modalità applicative.
    Rifinanziamenti vari
    Viene previsto il rifinanziamento:
  • di 400 milioni di euro per l’anno 2021 e di 80 milioni di euro per l’anno 2022 del Fondo
    sociale per occupazione e formazione istituito presso il Ministero del lavoro e delle
    politiche sociali (art. 9);
  • di 1 miliardo di euro del Reddito di cittadinanza (art. 11);
  • di 10 milioni di euro per l’anno 2021 del Fondo per il reddito di ultima istanza per i
    professionisti (art. 13);
  • di 100 milioni di euro per l’anno 2021 del Fondo straordinario per il sostegno degli enti del
    Terzo settore (art. 14);
  • di 103,1 milioni di euro per l’anno 2021 del Fondo a tutela dei lavoratori fragili (art. 15).
  • di 200 milioni, per l’anno 2021, la dotazione del Fondo di parte corrente di cui all’articolo 89,
    comma 1, del D.L. 18/2020 destinato al sostegno delle emergenze dei settori dello spettacolo,
    del cinema e dell’audiovisivo (art. 36);
  • di 150 milioni di euro per l’anno 2021 del Fondo di cui all’art. 72, comma 1, del decreto Cura
    Italia (D.L. 18/2020) per la concessione di contributi a fondo perduto commisurati ai costi
    fissi sostenuti dal 1° marzo 2020 e non coperti da utili a favore di enti fieristici italiani,
    costituiti in forma di società di capitali nonché delle imprese aventi come attività prevalente
    l’organizzazione di eventi fieristici di rilievo internazionale (articolo 38);
  • di 150 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura (art. 39).
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